Tra Toscana e Romagna: la cucina "povera" della tradizione
Una terra di confine, che collega due regioni che sono state sotto lo stesso governo per molti secoli. Toscana e Romagna hanno condiviso per secoli la stessa cultura, a volte un linguaggio molto simile (soprattutto nella Romagna toscana delle zone di montagna) e anche lo stesso cibo.
Tradizioni culinarie in comune: la Romagna toscana
Le persone che vivono nelle zone di confine sono abituate a condividere tutto: storie, tradizioni, leggende e cibo. Piatti poveri a base di prodotti disponibili in campagna, sono stati la base alimentare della gente del posto. E ancora oggi questi piatti sono una parte molto importante della vita delle persone che ogni giorno ancora cucinano queste cose sia per se stessi che per gli ospiti che affollano i ristoranti locali.
Castagne, funghi, tartufi, frutti del sottobosco, ma anche carne di animali selvatici, sono ancora preparati alla vecchia maniera, anche se alcuni chef illuminati cercano di rinnovare la tradizione, lavorando sulla tecnica di preparazione .
Panzanella, Sfoglia lorda: che altro?
Coniugare le esigenze e l'immaginazione, l'invenzione e l'evoluzione, per migliorare aromi e sapori di ogni prodotto. L’autoconsumo, vitale per l'economia di questa zona montagnosa, ha dato origine ad una cucina semplice e sobria, strettamente legata alle stagioni e ai prodotti della terra, la foresta e l'allevamento. Costretti a fare il meglio con quello che era disponibile, la gente ha imparato a sfruttare ogni prodotto in modo raffinato, anche il più umile e povero. Qui il pane, che segue l'uso toscano e non è salato, domina il tavolo e serve per la preparazione di piatti semplici (antipasti, zuppe) come acquacotta (originariamente piatto povero, che ricorda la transumanza), la ribollita, zuppa di pane, la pappa al pomodoro e la panzanella, per citare solo i piatti più famosi.
I grandi boschi della zona, dall’estate al mese di novembre, offrono molte varietà di funghi (eccellenti porcini di quercia, faggio, castagno, galletti o giallarine, le bacchette o barugiole) che finiscono nelle salse, nei sughi da condimento, in teglia al forno, in omelette o nelle patatine fritte, o nelle insalate. Il tartufo è il trionfo del palato così come le castagne. Le castagne sono consumate in molti modi: fresche, arrostite (bruciate o bricie) o bollite in acqua per le ballotte o Baloci; essiccate, pelate e utilizzate per la zuppa (bollite, con sale, fino ad ottenere un brodo di spessore); le castagne danno la farina per la torta tradizionale Bardino o la polenta dolce, poi tagliata a fette da mangiare con formaggio fresco.
Sapori e profumi di una tradizione che non potete mancare se visitate la Romagna.