
I Ponti medioevali in Romagna
I Ponti medievali di Romagna: il ponte della Maestà a Portico
Una comoda automobile, calda d'inverno e fresca in estate: questo è il modo in cui siamo abituati a viaggiare in questi nostri tempi moderni. Ma prima che Ford rendesse l'automobile un bene comune, i piedi erano il principale mezzo di trasporto, soprattutto per chi era povero. Muoversi con il cavallo, piuttosto che con l'asino o con il mulo, era già segno di uno status sociale più elevato.
Le vie di comunicazione non erano certo comode, a parte quelle principali, come la via Emilia, costruita dai Romani e arteria fondamentale della Pianura Padana. L'Italia è fatta di una lunga dorsale appenninica, ancora adesso fatta di vallate, di passi appenninici, a volte difficili di attraversare.
I Ponti in Romagna
Profonde valli rocciose, attraversate da fiumi e torrenti ribelli, il cui attraverso era pericoloso e faticoso: merci, oggetti e beni personali da trasportare a mano oppure da caricare a dorso d'asino. Nel Medioevo le merci viaggiavano così, non solo in Romagna, ma in tutti i territori italiani.
Questo è il motivo per cui la Romagna e in generale gli Appennini, avevano così tanti ponti di pietra. La Romagna in particolare vanta molti ponti a schiena d'asino, così chiamati perché avevano una sola arcata, come la schiena di questo utile animale.
I ponti erano solitamente costruiti molto bene, fatti con la pietra locale, quella che si trovava nel fiume sottostante ed erano, insieme con le chiese, gli unici elementi architettonici di un paesaggio aspro ed oscuro, fatto di montagne e foreste secolari. I ponti erano anche un segnale che indicava la prossimità del borgo, un luogo in cui far riposare gli animali e trovare rifugio, qualche cosa da mangiare e da bere, prima di proseguire.
Il Ponte di Maestà a Portico di Romagna
Costruito nel XIV secolo sul fiume Montone, la data di costruzione non è del tutto chiara. Alcuni documenti la fanno risalire al 1328, ma di sicuro esisteva già nel Medioevo. Il ponte ha un'unica navata, e, come tutti i ponti di pietra della zona, è fatto di pietra locale. Collega la parte bassa del borgo (che è organizzato su tre livelli) al percorso detto della "Castellina", che esiste ancora, e si dirige verso Premilcuore.
Dall'altra parte del ponte, proprio alla fine, una piccola cappella indirizza e protegge i pellegrini prima che inizino il cammino di San Francesco, che passa ancora attraverso Portico.
Il ponte è stato restaurato nel XVII secolo, ma la pavimentazione è ancora originale ed è una delle attrazioni principali di Portico di Romagna.